"Sogniamo un mondo senza più violenza, un mondo di giustizia e di speranza. Ognuno dia la mano al suo vicino, simbolo di pace e di fraternità"
The Prayer - Andrea Bocelli & Celine Dion

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giovedì 26 giugno 2014

Ci siamo quasi!

No, non sono morta. Sono viva e vegeta e sono ancora in Canada.
Sono successe tante cose dall'ultima volta che ho scritto qui e, soprattutto, son passati tanti giorni. Pensate un po', tra nove giorni torno in Italia, quasi non ci credo.

Vi do un breve riassunto di quello che è successo dall'ultima volta che vi ho aggiornato.
Partirei dalla prima novità e forse la più inaspettata: da circa un mese ho cambiato famiglia. Eh già, a nemmeno due mesi dalla fine della mia esperienza canadese, mi sono dovuta trasferire per una serie di motivi, di cui comunque non vi parlerò sul blog.

Ora sono in una famiglia stupenda, con cui mi trovo davvero bene e che si prende cura di me.
L'unico problema era (e sottolineo, era) che questa famiglia aveva prenotato da molto tempo un viaggio in Florida e la loro partenza è due giorni prima della mia.
L'aeroporto da cui partiranno, e da cui partirò,  è a Montreal, ovvero, a otto ore di tragitto in auto da dove vivo io e gli altri exchange students di qui hanno le loro famiglie disposte ad accompagnarli.
Per tre settimane abbiamo provato a fare appello ad AFS affinché ci desse una mano nel risolvere questa situazione senza ottenere niente.
Fino a ieri, quando, più o meno nello stesso arco di tempo, la mia hostmum ha contattato afs Canada e mio padre afs Italia.
La soluzione è così saltata fuori in cinque minuti.
Alla fine della storia, andrò fino a Montreal con i miei hostparents mercoledì prossimo e passerò i tre giorni restanti a casa di una volontaria afs del posto.
Che dire..tutto bene quel che finisce bene. E in questo caso posso definirmi più che contenta, dato che finalmente avrò l'occasione per vedere la città.

In tutto ciò, in questo periodo io sono andata a Toronto e alle cascate del Niagara, uno dei miei più grandi desideri.
Ho avuto il mio ballo di fine anno e, a mia grande sorpresa, non sono caduta faccia a terra durante l'entrata. Dopo un inizio normale, è stata tutta una strada in discesa.
E poi Nadal ha vinto il nono Roland Garros (din din din: record!) e, per mia fortuna, è ancora in gara a Wimbledon.

Insomma, qui va tutto bene, davvero tutto e, anche se sono felicissima di tornare in Italia, sento che questo posto mi mancherà, come molte persone che ho conosciuto.

Che dire di più? Ci sentiamo presto, quando avrò tempo vi parlerò del ritorno.

Buone vacanze! <3

giovedì 3 aprile 2014

Conoscere per comprendere

Prima di tornare in Italia, devo davvero ringraziare il mio professore di Monde Contemporain per tutto ciò di cui parla durante le sue lezioni. Per chi non lo avesse letto nei miei post precedenti, in questa materia studiamo la storia recente, ma soprattutto parliamo di attualità e di problemi a livello mondiale.
Sinceramente, credo che la conoscenza di questa materia abbia la stessa a importanza di quella del francese. È vero che qui, al quinto anno di scuola superiore, non hanno mai fatto le equazioni logaritmiche, ma penso che sia molto più utile conoscere il mondo che ci circonda.
Insomma, se decidessi di scegliere ingegneria come facoltà universitaria, la matematica la studierei comunque; invece se volessi diventare un'estetista, magari preferirei essere informata del mondo che mi circonda piuttosto che essere in grado di usare la regola di Ruffini.
È importante sensibilizzare la società e far comprendere che se in Francia una persona viene uccisa per il colore della sua pelle, il fatto deve preoccupare anche me che vivo in Spagna.
Se un ragazzo a Torino viene picchiato perché è omosessuale, ci devo pensare anche io che vivo a Trieste.
Non dobbiamo parlare della globalizzazione solo quando ci permette di trovare Abercrombie & Fitch a Milano e Zara a New York.
Dovremmo invece sfruttarla per diffondere le giuste informazioni alla gente; perché venire a conoscenza che quella star di Hollywood si è rifatta il seno, non potrà mai essere più importante che essere conoscenza che ogni quattro secondi nel mondo un bambino muore di fame mentre noi buttiamo vagonate di cibo.
Con questo non dico che dovremmo diventare tutti dei missionari e trasferirci nel Chad o nello Zimbabwe per il resto della nostra vita ad aiutare la gente del posto.
Senza arrivare a questo, si può fare già un grande passo conoscendo e comprendendo le problematiche che ci circondano e imparando altre piccole abitudini che ci permetterebbero di vivere in un mondo migliore.
E tutto questo parte soprattutto da noi, noi che contiamo i "mi piace"delle nostre foto su Facebook, anziché utilizzarlo come mezzo per informare e informarsi.
Ricordiamoci che alla fine i "mi piace" non ce li portiamo nella tomba.

mercoledì 19 marzo 2014

A te che sei il mio presente..

In questo post mi impegnerò per far uscire tutta la dolcezza nascosta in me da (quasi) diciotto anni a questa parte, perché non parlerò di me, ma di una delle tre persone più importanti della mia vita.

Che dire di te papà, definirti come una persona meravigliosa non è di certo abbastanza e anche se volessi usare questo termine dovrei spiegare il perché.
Sei meraviglioso perché sei la persona più generosa e buona che io conosca. Potrebbe anche crollarti il mondo addosso, ma prima di preoccuparti per te, ti occupi della mamma, di me, della Isa. 
Hai una pazienza infinita con tutto e tutti, ci vuole davvero tanto prima di poterti vedere arrabbiato.
Sei meraviglioso perché sei spiritoso e lo sai essere sempre e a modo tuo; sai prendere le cose con leggerezza ma non alla leggera; c'è differenza tra le due cose, ma solo tu riesci a comprendere quel confine così sottile.
Sei meraviglioso perché sai come parlare alla gente; non sei il tipo che attira l'attenzione su di se, ma quando parli, sai come esprimerti e farti capire, anche grazie alla tua estrema gentilezza.
Sei meraviglioso perché sopporti me e tutte le mie paure insensate, perché mi riporti alla ragione quando perdo la testa con le mie ansie, perché non mi hai fatto mai mancare niente nella vita.
Sei meraviglioso perché anche quando la tua giornata comincia alle sei di mattina e finisce alle undici di sera, quando torni a casa ti metti a studiare con me matematica, fisica, scienze e riesci a farmi comprendere tutto, meglio di qualsiasi professore.
Sei meraviglioso perché sei dolce e anche quando non parli, dai tuoi occhi traspare l'amore che provi per la mamma, per me, per Elisa.
Sei meraviglioso quando prendi la chitarra e cominci a cantare "La luce dell'est", lo sei quando ti metti a parlare con Seclì cinque minuti dopo aver detto a me e alla mamma "Ma perché parlate con il cane? Tanto non capisce".

E ora finirò con due frasi che mi rendono felice ogni volta che mi passano per la mente.
La prima è: "Tu ti dovrai preoccupare di qualcosa solo quando vedrai me e la mamma preoccupati".
La seconda l'hai detta alla mamma il 10 ottobre 2010, quando in seguito all'infarto l'ambulanza era arrivata a casa per portarti all'ospedale. Anche in quel caso, il tuo spirito non ti ha abbandonato e vedendo la mamma così preoccupata hai sdrammatizzato dicendo: "Beh, però sarebbe stato un bel giorno per morire il 10/10/10".

Tanti auguri papà, non saprei come fare se non ci fossi tu.

sabato 18 gennaio 2014

Old inside

La maturità e il senso di responsabilità di una persona non dipendono dall'età, o meglio, non solo da quella; ci sono tanti altri fattori.
Ciononostante, le persone della stessa età hanno più o meno comportamenti e interessi simili.
Questo è ciò che accade normalmente: allora perchè io devo fare eccezione? Perchè sono così vecchia nell'anima? A partire dalla musica che ascolto, i programmi che guardo, il modo in cui mi diverto e quello in cui penso.
Non sopporto la discoteca, non amo bere, non ho mai provato a fumare (e continuo a non volerlo fare), non mi piace fare cose di nascosto ai miei genitori, faccio qualcosa anche quando non ne ho voglia se so che è per il mio bene.
Il sabato sera amo uscire presto e rientrare abbastanza presto, non capisco cosa ci sia di affascinante nel fare le ore piccole e svegliarsi alle tre di pomeriggio il giorno seguente.
Amo l'ordine, il silenzio, la tranquillità, le mie abitudini.
Amo le serate d'estate passate in casa, a cenare nel giardino, suonare la chitarra e cantare con gli amici, fare giochi da tavolo e gare di Just Dance.
Amo le serate in famiglia, quelle in cui si comincia un discorso e si finisce con un argomento completamente diverso da quello di partenza, quelle serate intervallate da momenti di karaoke e l'urlo di qualche zio provocato dal goal appena segnato dalla squadra di turno.
Amo le giornate passate al mare con gli amici, a giocare a pallavolo, a carte, a fare i deficienti in acqua.
Amo fare qualcosa se so che farà piacere al mio prossimo; non parlo prima di pensare, non sono in grado di portare rancore, non amo parlare male delle persone, faccio sempre attenzione che le mie parole o i miei gesti non feriscano i miei cari.

Ogni tanto mi piacerebbe essere come le altre ragazze della mia età, ma poi capisco che non m'importa più di tanto finché intorno a me ho ancora gente che mi vuole bene così come sono: noiosa, pacifica, tranquilla. 

domenica 29 dicembre 2013

What I need..

I need someone to tell me "You're the most important person in my life"

I need to feel part of my family

I need someone to tell me "I don't know why you feel bad, but if you want to talk, I'm here for you"

I need to be hugged by someone, it doesn't care who it is

I need to know what kind of person I want to be

I need someone to tell me "I miss you so much; it's not the same without you"

I need to be more logical but less responsible 

I need to stop worrying about people's opinion on me

I need to know I still have friends that love me

I need to be aware of having some abilities (maybe hidden till this moment)

I need someone to tell that he/she likes me for what I am

I need to change but keeping my personality

I need to be more courageous

I need to stop talking and start doing




Questo post voleva essere una via di mezzo tra il dolce e il malinconico, a rileggerlo mi sembra una lista della spesa.

martedì 24 dicembre 2013

Mon premier Noël Blanc

Mai titolo fu più azzeccato di questo, suppongo.
Di sicuro è bianco, con tutta la neve qui in Canada non poteva essere altro.
Se è davvero Natale? Be', di questo non ne sono tanto certa. Il calendario mi dice che è il 24 dicembre, ma io non vedo mia madre correre da un punto all'altro della casa per preparare il cenone, non vedo papà che mette il tavolo grande, non c'è mia sorella che puntualmente mi tormenta chiedendomi cosa indossare, ben sapendo che non ne ho alcuna idea, né per me né per lei.

Questo vuol dire che non è Natale? No, non credo. Vuol dire che è un Natale diverso, un Natale oltreoceano, un po' più commerciale che spirituale e da festeggiare con persone diverse.
Sì, mi manca il mio Natale, il Natale in Italia, con la mia famiglia; ma cosa importa? L'ho già vissuto per 16 anni, quest'anno sarà diverso ma poi tornerà l'anno prossimo.
Perciò adesso indosserò il mio più bel sorriso, farò gli auguri nella chiamata Skype con la mia famiglia e poi mi preparerò per andare alla Messa e poi alla cena a casa dei nonni.

Per me Natale è sentirsi in famiglia, non importa in che modo. Quest'anno sarà ancora più speciale, perchè avrò due famiglie: una un po' più vicina con cuore che fisicamente e l'altra più vicina fisicamente che con il cuore, alla fine si compensano.

Adesso vorrei augurare un Joyeux Noël a tutti quanti, ma in particolare a tutti gli exchange students e soprattutto a quelli che si trovano in luoghi in cui non viene festeggiato questo giorno.

Buon Natale  ♥ ♥

mercoledì 4 dicembre 2013

Mentre il mondo cade a pezzi..

Questa esperienza mi sta davvero facendo aprire gli occhi. Vedo il mondo con una nuova visuale.
Mi rendo conto di quanto sia meraviglioso, differente da parte a parte per usi e costumi, modi di fare, paesaggi, ma anche di quanto sia allo stesso tempo imbecille e crudele.

Certo, io mi trovo solo in Canada e, benché abbia viaggiato parecchio, sicuramente non conosco tutti i paesi del mondo; però i miei viaggi, questa esperienza e la testimonianza di quella di tutti gli altri exchange students italiani sparsi per la Terra, hanno allargato i miei orizzonti.

Mi rendo conto che mentre una parte del globo si preoccupa di scegliere se guardare "The voice" o "X Factor", l'altra metà si chiede se domani, o la prossima settimana, avrà ancora la possibilità di mangiare.
Mentre una parte dell'Italia si chiede se a Sanremo avremo Fabio Fazio o Pippo Baudo, un'altra si tormenta pensando che non riuscirà mai a pagare i debiti se non trova un lavoro.
Mentre un bambino si lamenta perchè la maestra gli ha assegnato troppi esercizi da svolgere, un altro spera di arrivare a scuola senza saltare in aria a causa di una mina. 

Qual è la cosa peggiore in tutto questo? Forse che un giornale preferisce mettere in pagina la nuova vincitrice del titolo di Miss Universo anziché scrivere che l'Occidente produce il doppio del cibo di cui ha bisogno per poi buttare ciò che non utilizza. Non si dice che in una normale famiglia si spreca ogni settimana la quantità di cibo necessaria a sfamare quella comunità di orfani in Sierra Leone. Non si parla del fatto che sarebbe molto più facile (e più sicuro) finanziare la produzione di energia con fonti rinnovabili come sole e vento, piuttosto che mettere in pericolo la vita del nostro pianeta e ritrovarci a pescare pesci a tre teste a causa delle centrali nucleari.

E questo perchè? Perchè è molto più facile vincere un gioco quando ci sono due persone che conoscono le regole e altre mille che non sanno nemmeno di poter partecipare. Perchè le persone che stanno bene non possono rischiare di esporre al pericolo il loro posteriore. Perchè chi comprende ha paura di parlare oppure pensa "Se sono solo io, che differenza posso fare?", però è proprio così che non si potrà mai andare avanti.
Non siamo stupidi, o almeno non tutti, ma siamo pigri e timorosi.
Non siamo capaci più di indignarci se un padre di famiglia si suicida perchè non riesce ad arrivare alla fine del mese o se un altro stupra una ragazza e poi la uccide, perchè ormai è tutto "normale", all'ordine del giorno. Come è normale accendere la tv per ascoltare il telegiornale e apprendere di nuovi morti sul posto di lavoro, di ragazzi che si ubriacano e poi investono una coppia di vecchietti, oppure di politici che non sono in grado di enunciare il primo articolo della Costituzione Italiana ma in compenso hanno il tempo di trovarsi in un qualunque talk show a parlare uno sopra l'altro non facendoci nemmeno comprendere di cosa stiano discutendo.

Sarebbe già un grande passo in avanti se fossimo tutti un po' più informati su ciò che accade realmente nel mondo, su ciò che possiamo fare nel nostro piccolo per migliorare la situazione, non per essere degli eroi o recitare da tali, semplicemente per essere civili cittadini del mondo e vivere nel rispetto di chi o cosa ci circonda.


Ovviamente questa è solo l'opinione di una diciassettenne che fino a un paio di mesi fa si metteva a piangere se il suo tennista preferito perdeva la finale di un torneo. Vi parlo da ignorante quale sono, forse solo un po' più consapevole di prima.
Però rifletteteci un poco anche voi e soprattutto provate ad andare oltre.


P.S. Dopo tre mesi passati qui comincio ad avere più certezze con il francese che con l'italiano, perdonatemi se ho fatto qualche errore o se scrivo da mezza analfabeta.